Esempi di maestri (*)

di Danilo Quinto
L’altro giorno, da un pulpito, durante l’omelia, ho assistito all’evocazione di Massimo Cacciari, il politico e filosofo non credente, che dichiara di “non poter fare a meno del cristianesimo” e che da molti e autorevoli ambienti cattolici viene ritenuto un maestro, in grado di spiegare Sant’Agostino
o la forza dell’amore del Dio che diventa Uomo. Il “cortile dei gentili”, che oggi va tanto di moda, ha bisogno, per rafforzare la sua dimensione dialogante e cosmopolita, di creare delle icone. Se poi, ci si chiede quante conversioni ha prodotto, diventa tutta un’altra storia.
Di esempi come Cacciari ce ne sono tanti in circolazione. La Hack, Odifreddi, Mancuso, Augias, per citarne solo alcuni, hanno una cifra in comune: tutti sono considerati maestri, perchè promotori di campagne anti-cristiane e anti-Chiesa Cattolica, promossi dalla cultura dominante a simboli della modernità e di quel relativismo che inquina il mondo contemporaneo.
Altri esempi di Maestri, con l’iniziale maiuscola, sono meno conosciuti, meno pubblicizzati.
Fanno parte di quella schiera di donne e di uomini che vivono, anche nel silenzio, la loro libertà. Francesco Agnoli o Giampaolo Barra o Alessandro Gnocchi, ad esempio – alcuni dei protagonisti dell’E-book “Intervista ai Maestri”, I Volume, scritto da Irene Bertoglio, ed. Leo libri 2012 – non essendo di moda, non sono invitati ai grandi dibattiti televisivi, anche quando si parla di temi legati alla storia della Chiesa o del cristianesimo.
Potrebbero dire cose troppo scomode per quell’atmosfera di political correctnella quale siamo immersi, che rinuncia alla ricerca della verità e si rifugia nelle ipocrisie, nei compromessimorali e intellettuali, nei sotterfugi, negli infingimenti, nel buonismo d’accatto.
Loro, i Maestri, vivono la loro fede cattolica attraverso le loro scelte e la testimonianza della loro vita e sono accomunati da un elemento decisivo e qualificante, descritto con parole semplici e chiare in un recente libretto del Cardinale Giacomo Biffi. Poche pagine, che hanno come titolo “La fortuna di appartenergli”, nelle quali, tra l’altro, si legge: “Un’altra grande fortuna di coloro che sono ‘di Cristo’è quella di essere liberi. Abbiamo ricevuto a questo riguardo una precisa promessa: ‘Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli: conoscerete la verità e la verità vi farà liberi’ (Gv 8,31-32). Il principio di questa prerogativa inalienabile del cristiano è la presenza in noi dello Spirito Santo: ‘Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà’ (2 Cor3,17); quello Spirito che, secondo la parola di Gesù, ci guida alla verità tutta intera (cf Gv 16,13). Vale a dire, come abbiamo appena visto, ci chiarifica ‘le cose come stanno’; ed è appunto questa verità a farci liberi (cfGv 8,32). Sant’Ambrogio enuncia icasticamente questo caposaldo dell’antropologia cristiana, scrivendo in una sua lettera: ‘Dove c’è la fede, lì c’è la libertà’(Ep. 65,5: ‘ubi fides ibi libertas’)”.
Ecco, i Maestri che intervista Irene Bertoglio – oltre a quelli citati sopra, il Cardinale Josè Saraiva Martins, insieme a Rino Cammilleri, Rodolfo Casadei, Riccardo Cascioli, Marco Cimmino, Carlo Climati, Marina Corradi, Renato Farina, Paolo Gulisano, Massimo Introvigne, Camillo Langone, Roberto Marchesini, Luca Marcolivio, Costanza Miriano, Paolo Pugni, Giacomo Samek Lodovici Cristina Siccardi – in quanto credenti amano la libertà, ricercano la verità, non la nascondano, la proclamano, ne fanno scandalo pubblico, come dice il Vangelo, sono così pieni di speranza in un mondo che sembra abbia perso tutte le speranze. Interpretano la realtà che li circonda, tenendo sempre presente l’anelito dell’anima umana al bene, alla bellezza dell’amore di Dio, nella consapevolezza che questa vita terrena può avere un significato solo nella felicità dell’incontro con Lui.
Insegnano, quindi, che la scoperta del bene, delle azioni e dei comportamenti buoni, corrisponde al disegno, al progetto che Dio ha già scritto per ciascuno di noi, a non rivolgere lo sguardo alla terra, a quel Principe del mondo che ha l’obiettivo contaminare e inquinare le nostre anime e di indurci al male, ma al cielo, a introdurre nelle nostre vite la dimensione spirituale, che è l’unica capace di far comprendere quanto sia fallace, piena di insidie e devastante per l’umanità quella cultura che Benedetto XVI chiama del “disincanto totale”. Per queste ragioni, è utile e necessario leggere quello che questi Maestri pensano e trarre insegnamenti dalle loro idee e dal loro modo d’intendere e praticare la realtà.
Per acquistare il libro di Irene Bertoglio, in formato E-book, del costo di 9 €, basta cliccare sul seguente link: http://www.leolibri.it/content/intervista-ai-maestri-volume-i e seguire le istruzioni. Parte del ricavato verrà devoluto in beneficenza per le iniziative a sostegno della vita e la lotta all’aborto de “La Quercia Millenaria Onlus”.
(*) Da Libertà e Persona

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