Eresie

di Danilo Quinto
Biblisti, esegeti del Nuovo Testamento, perfino un Cardinale - presentati come i maggiori esperti internazionali - sostengono che Gesù Cristo non era consapevole della suo essere Dio fattosi uomo. Questa consapevolezza l’avrebbe acquisita “cammin facendo”, nel corso della sua vita terrena, nella sua “dinamica” umana. Hanno spiegato, durante il
documentario trasmesso da Rai Storia il 20 dicembre, intitolato “Yehoshua ben Yosef”, che è stata proprio questa “dinamica” umana a far comprendere, pian piano al figlio di Dio, perché era venuto al mondo e quale era la sorte che il Padre aveva previsto per Lui. La narrazione è stata ricostruita in teatro e interpretata da un gruppo di marionette di legno. La presentazione del documentario iniziava così: “La sua storia ci è stata raccontata tante volte e in tanti modi, ma chi era veramente Gesù di Nazareth?”. E’ visibile su internet, per chi l’avesse perso e per chi può spiegare se siamo o meno nel campo dell’eresia. Rispetto a quest’interrogativo, ci aiuta un articolo che compare oggi su “La Nuova Bussola Quotidiana”, a firma di Padre Antonio Livi, che interviene su un articolo apparso su “Avvenire” – il giornale dei Vescovi! – di Enzo Bianchi. Dice Padre Livi: “Il 16 dicembre si è messo a pontificare (Bianchi, nd.r.) sul giudizio di Dio, e anche in questo contesto torna a riferirsi a Cristo, nostro Signore, in un modo che certamente urta chiunque viva la fede cattolica e abbia pertanto un sentimento di vera adorazione nei confronti del Verbo Incarnato. A un certo punto Bianchi, riferendosi al giudizio universale, scrive: ‘Gesù confessa la sua ignoranza relativa all’ora precisa del giorno del giudizio: “Quanto a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre’ [Mc 13,32]. Se Gesù non conosce l’ora, annuncia però il criterio del giudizio: il concreto amore fraterno». Ora, parlare di Gesù come di uno che ‘confessa la sua ignoranza’ suona a bestemmia, almeno per chi ama Gesù come il Verbo eterno, consustanziale al Padre, che tutto sa e tutto può. Solo chi è ormai assuefatto al modo di parlare di Bianchi, che si riferisce sempre solo all’umanità di Cristo (lasciando intendere che Egli è un semplice uomo: un uomo esemplare, di grande spiritualità, tanto da poter essere chiamato ‘Figlio di Dio’, ma pur sempre un uomo) resta indifferente di fronte a questo discorso. Bianchi può continuare a parlare così perché sa di poter contare, da una parte, sull’appoggio di molti opinion makers laici ed ecclesiastici, e dall’altra sull’ignoranza religiosa del pubblico cui si rivolge. La gran massa dei fedeli cattolici, infatti, soffre di una specie di analfabetismo di ritorno in materia di dottrina cattolica, e questa ignoranza è il vero dramma religioso che ci interpella tutti. Il relativismo dottrinale ha pervaso a tal punto la coscienza di tanti fedeli – quelli che non hanno avuto mai una adeguata catechesi circa il dogma trinitario e cristologico – che ormai non reagiscono più nemmeno di fronte a discorsi che sono oggettivamente blasfemi. E infatti la maggior parte dei fedeli non avverte alcun disagio nel leggere considerazioni spirituali o teologiche che riducono l’Emanuele, il ‘Dio-con-noi’, il Santo che nasce dalla Vergine Maria e riceve l’adorazione dei pastori e dei Maghi, a un santone laico o a “uno dei profeti. Ma chi ha sensibilità pastorale deve ragionare così: proprio perché c’è una carenza sempre più estesa di formazione catechistica nel popolo, è responsabilità degli operatori della pastorale far sì che gli strumenti della catechesi sappiano fornire argomenti di riflessione che mettano in luce, e non in ombra, il dogma centrale della nostra fede. Se non si predica che Gesù è Dio, come si può sperare che ci sia culto eucaristico? Come si può sperare che i ‘lontani’ ritornino alle pratiche religiose, che sono tutte incentrate sull’adorazione di Cristo, vero Dio e vero Uomo, presente nell’Eucaristia ‘in corpo, sangue, anima e divinità’? Come si può attuare il programma pastorale del Vaticano II, che chiede di fare dell’Eucaristia ‘il centro e la radice di tutta la vita cristiana’?”.

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