I “nativi digitali” senza libri da leggere. Costano troppo


di Danilo Quinto
I nativi digitali, così si chiamano i ragazzi che frequentano ora il liceo, tra un anno studieranno solo sugli ebook. Lo prescrive il decreto legge sulla crescita del Governo Monti. La scelta, dicono, è stata fatta per considerazioni di carattere economico, perché il giro d'affari dei manuali è da solo di 649 milioni di euro all'anno, quasi il 20 per cento di tutto il mercato
editoriale. Come se la questione della valorizzazione e della formazione del capitale umano, centrale per la crescita e lo sviluppo del paese, possa essere decisa in base a criteri economici.

Cinquant’anni fa, il percorso scolastico aveva questo iter, per chi voleva conseguire la laurea: esami di stato alla terza elementare; esami di stato alla quinta elementare; esami di stato alla terza media; esami di stato alla quarta ginnasio; esami di stato alla fine del liceo (classico). Si studiava e ci si preparava sui libri. Andate a vedere, ora, signori tecnici, come sono scritte le tesine e le tesi all’Università. Gli errori di grammatica e di sintassi si sprecano. Figuriamoci che cosa accadrà eliminando i libri. La vostra azione, signori tecnici, si conferma solo dettata da scelte materiali e di profilo economicistico. State eliminando strutturalmente nel nostro paese qualsiasi richiamo diverso, che valorizzi la persona umana, intesa nella sua integrità. Non siete i soli. Siete insieme nella compagnia di tutti coloro che vedono in voi i salvatori della Patria. Una Patria alla quale avete sottratto anche la speranza per il futuro.

Puntura di spillo di Giovanni Zenone
L'iva editoriale sui libri cartacei è del 4%, quella sui libri elettronici è del 21%. Che questo c'entri qualcosa col  digitale "balzo in avanti" di questo governo brigante?

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