di Danilo Quinto
Incalzato dal Presidente della Repubblica, che un giorno sì e l’altro pure sollecita in maniera impropria i partiti alla modifica della legge elettorale – contro una direttiva europea che la vieta nell’anno delle elezioni ed evitando di usare, come avrebbe dovuto fare a tempo debito, l’unico strumento
legittimo a sua disposizione, il messaggio alle Camere – il Presidente del Consiglio, tanto amato dalle consorterie e dalle lobby di questo paese, annuncia che sarebbe “tecnicamente possibile” un decreto legge in materia. L’ipotesi, espressa a più riprese dal costituzionalista Ainis sul “Corriere della Sera”, è contraria al dettato costituzionale espresso nell’ultimo comma dell’articolo 72, che riserva solo al Parlamento di legiferare in materia. Sarebbe un fatto senza precedenti, mai accaduto in Italia. Tant’è, siamo in una situazione fuori da qualsiasi regola e le regole, si sa, possono rispettarle solo persone che vivono per affermarle. Non coloro che ne fanno strame a vantaggio di “giochi” impropri e creando precedenti destabilizzanti per il futuro. Se avvenisse ora quel che propone Monti, qualsiasi Governo si sentirebbe legittimato a cambiare le regole elettorali a pochi mesi dal voto.
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