di Danilo Quinto
S’intitola “La fortuna di appartenerGli – Lettera confidenziale ai credenti”, il recente libretto a firma del Cardinale Giacomo Biffi. Poche pagine, da leggere e rileggere. Tra queste, un paragrafo, con parole chiare e semplici, descrive l’essenza dell’essere cristiani. S’intitola “Dove c’è la fede, lì c’è la
libertà” e dice: “Un’altra grande fortuna di coloro che sono ‘di Cristo’ è quella di essere liberi. Abbiamo ricevuto a questo riguardo una precisa promessa: ‘Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli: conoscerete la verità e la verità vi farà liberi’ (Gv 8,31-32). Il principio di questa prerogativa inalienabile del cristiano è la presenza in noi dello Spirito Santo: ‘Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà’ (2 Cor 3,17); quello Spirito che, secondo la parola di Gesù, ci guida alla verità tutta intera (cf Gv 16,13). Vale a dire, come abbiamo appena visto, ci chiarifica ‘le cose come stanno’; ed è appunto questa verità a farci liberi (cf Gv 8,32). Sant’Ambrogio enuncia icasticamente questo caposaldo dell’antropologia cristiana, scrivendo in una sua lettera: ‘Dove c’è la fede, lì c’è la libertà’ (Ep. 65,5: ‘ubi fides ibi libertas’)”.
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