di Danilo Quinto(*)
Nel 1992, sembra abbia rastrellato oltre un miliardo di dollari attraverso le speculazioni finanziarie. Aveva prima venduto allo scoperto circa 10 miliardi di dollari in sterline, con la conseguenza che la Banca d’Inghilterra dovette far uscire la propria moneta dalla Sme, poi realizzò un formidabile attacco speculativo nei confronti della lira, che portò alla svalutazione
del 30%. Recentemente, si è preso un anno sabbatico e gira il mondo per diffondere le sue teorie.
Gli interessi politici di George Soros – il “filantropo” di origini ungheresi - interni ed esterni agli Stati Uniti, sono molteplici. Li persegue attraverso l’Open Society Institute, presente in oltre 60 paesi: Africa, Asia, Europa centrale ed orientale, Eurasia centrale, America Latina e i Caraibi, Russia, Ucraina e Bielorussia, Europa sud-orientale, Turchia e Medio oriente, Stati Uniti. Lo scopo è quello di creare delle "società aperte", caratterizzate, dice la propaganda, dalla fiducia nell'esercizio del diritto, dall'esistenza di un governo democraticamente eletto, da una società civile diversificata, dal rispetto delle minoranze e da un'economia di libero mercato. Tra le sue idee, l’antiproibizionismo in materia di droga, ora condiviso – non a caso – dal ghota dell’economia mondiale.
Soros – che è considerata la settima persona più ricca d’America, con un patrimonio personale che sembra superi i 35 miliardi di dollari - nel 2004, scrisse un libro intitolato “La bolla della supremazia americana”. La postfazione fu di Marco Pannella, che da anni sostiene la necessità di un Governo Mondiale della Democrazia. Un nuovo ordine mondiale, insomma. Pannella, di recente, ha parlato di lui: ha annunciato l’iscrizione di George Soros al Partito Radicale.
Che cos’è il nuovo ordine mondiale? Il 4 settembre del 2011, il finanziere americano rilascia un’intervista ad una televisione spagnola. Afferma: “È necessario portare la Cina nella creazione del Nuovo Ordine Mondiale, che è il Nuovo Ordine Finanziario. Attualmente, la Cina segue la corrente, ma non fa parte della contribuzione. La sua quota e i suoi diritti al voto non sono proporzionali al suo peso. Credo ci sia bisogno di un Nuovo Ordine Mondiale, dove la Cina deve far parte del processo di creazione e deve appoggiarlo”. Nell’intervista, Soros auspica “un declino controllato del dollaro” e aggiunge: “la Cina emergerà come ‘motore’, andando a sostituire i consumatori americani. Questo è l’adeguamento che dev’essere compiuto”. Nel gennaio di quest’anno, Soros interviene sul movimento Occupy Wall Street, che negli Stati Uniti opera contro il predominio e gli abusi della finanza. Secondo Soros “Le proteste diventeranno ingestibili se l’economia americana continuerà a peggiorare. Si andrà verso la rivolta civile. Gli Stati Uniti si devono preparare a un’insurrezione sociale violenta nelle strade. Per le autorità sarà una scusa per utilizzare tattiche repressive molto dure, che rischiano di creare un sistema politico repressivo, una società dove le libertà individuali saranno soggette a vincoli sempre maggiori. Siamo in un periodo estremamente critico, un periodo di restrizioni e stenti nel mondo industrializzato, una situazione che minaccia di farci cadere in un decennio di stagnazione. Nel migliore dei casi dobbiamo prepararci alla deflazione. Nel peggiore dei casi al collasso del sistema finanziario”. A marzo, il “bersaglio” diventa l’Europa. L’Institute for New Economic Thinking (Inet), un team di economisti guidato da alcuni consulenti del governo tedesco e da George Soros, dichiara: “Siamo convinti che l’Europa sia un sonnambulo che cammina verso un disastro di proporzioni incalcolabili. Il senso di una crisi senza fine, con una pedina del domino che da un momento all’altro potrebbe cadere su tutte le altre, deve assolutamente essere invertito”. Subito dopo, il finanziere americano si fa promotore, insieme ad altre 50 personalità internazionali – tra gli italiani, Giuliano Amato, Emma Bonino, Giuseppe Scognamiglio, Luisa Todini – di un appello per dare più tempo alla Grecia di affrontare la sua crisi: “Un'uscita della Grecia dall’euro – scrivono - scatenerebbe una spaccatura o crollo dell'Eurozona, la quale porterebbe a sua volta a una profonda recessione e a una nuova crisi finanziaria globale, e distruggerebbe irreversibilmente il soft power dell'Europa e il suo ruolo e immagine nel mondo. Per questo, ci appelliamo ai leader politici europei, chiediamo loro di dare alla Grecia la possibilità di tornare a una traiettoria di crescita sostenibile all'interno dell'Eurozona. L'estremo rigore senza compromessi può portare solo alla bancarotta. Atene ha bisogno di tempo, e i tassi che paga ai creditori europei dovrebbero essere ridotti, e tali concessioni potrebbero essere fatte in cambio di impegni per le riforme. Sia la Grecia sia i suoi partners devono fare sacrifici, "ma vale la pena in nome dell'idea di un'Europa prospera". Un’Europa prospera, con una moneta che minaccia la democrazia in molti Stati.
A luglio, l’affondo di Soros sulla Germania, che – dice un documento dell’istituto newyorchese di ricerca economica Inet (Institute for New Economic Thinking), presieduto da Soros e nel cui advisory board siedono i premi Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, Andrew Michael Spence, Amartya e James Heckman - “rischia una bancarotta se non accetta la monetizzazione del debito da parte della Banca centrale europea”.Secondo l’Icec, la soluzione della crisi passa attraverso il ripristino della fiducia nell’eurozona. I passi da compiere vanno in direzione della stabilizzazione del costo del finanziamento del debito e della riduzione, a medio termine, del livello del debito, diminuendo anche gli squilibri della bilancia dei pagamenti all’interno dell’eurozona. Cinque le riforme da attuare: unione bancaria, riordino del settore finanziario, un sistema di controllo fiscale, un europrestatore di ultima istanza per i Governi che rispettano il “fiscal compact” e un regime di ristrutturazione del debito per gli altri Paesi, in modo da evitare default disordinati.
Insomma, il Nuovo Ordine Mondiale sognato da Soros, muove passi poderosi e detta le regole: con le sue analisi e con le sue azioni, condiziona le scelte politiche e si propone come “rete” capace di orientare le scelte e le vite delle persone. Altro che “filantropo”. Soros “gioca” una permanente partita a scacchi, dominata dalla logica che sta a fondamento di questo terzo millennio: consentire che l’economia e la finanza, manovrate da pochi, esercitino il dominio su molti.
(*) da Radici Cristiane, numero 78 – ottobre 2012
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