La mafia e San Nicola


di Danilo Quinto
Da anni, la compagnia aerea Ryanair promuove i suoi voli usando ironia nella pubblicità. L’altro giorno, su un volo Parigi-Bari, l’assistente di bordo fa quest’annuncio: “Benvenuti a bordo di questo volo Ryanair da Parigi Beauvais a Bari, la città della mafia e di san Nicola”. Non è chiaro se sia stata un’iniziativa estemporanea o voluta. Sta di fatto, che la
compagnia aerea si è scusata e tutti – passeggeri, politici, commentatori di vario tipo – si sono sentiti offesi. Si è parlato anche di pregiudizi, come se i morti ammazzati per le strade di Bari e provincia degli ultimi anni, prodotti da una recrudescenza feroce della criminalità, in guerra per spartirsi il dominio del territorio, fossero solo un colpo di sole.
Accanto a questo dato di fatto, ce n’è un altro, ancora più grave. Il capoluogo pugliese - senza che nessuno approfondisca seriamente il perché - è divenuto il centro di inchieste dirompenti, che hanno avuto eco nazionale. Dagli scandali regionali sulla gestione della sanità al calcio scommesse, fino agli eventi che hanno coinvolto l’ex Presidente del Consiglio. La mafia, intesa come cultura che inquina le coscienze e l’identità delle persone, non è più da tempo patrimonio di una sola regione. È realtà dilagante e pervasiva e Bari non ne è immune. Certo, può dispiacere essere definiti “città di mafia”, oltre che di San Nicola, ma è più pericoloso guardare il dito che indica la luna e non la luna stessa.

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