Quando un comico fa paura


di Danilo Quinto
Tutti i sondaggi elettorali attestano il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo intorno al 15%. I partiti, si guardano bene dal chiedersi perché tanti italiani sono disposti a votare le liste del comico genovese. Sarebbe forse un’occasione per emendare le loro nequizie, interrogarsi sull’exploit che si annuncia come certo dei “grillini” e invece stanno tutti lì a dare addosso, a
fare dei distinguo tra il comico e i suoi seguaci, a parlare del “guru” che sta dietro, a dare del fascista a Grillo (Bersani) o a invocare un incontro (Pannella). Fa tanta paura l’avanzata elettorale di Grillo? Sì e non potrebbe essere diversamente. Perché simbolicamente costituisce il fallimento della politica nel suo insieme. I partiti temono che l’affermazione elettorale di Grillo li seppellisca definitivamente; temono che alle prossime elezioni siano due i fatti rilevanti: le decine di parlamentari del Movimento 5 Stelle e il non voto. Da questi timori nasce anche l’idea della “grande coalizione”, che dovrebbe sopperire all’ingovernabilità, per dare stabilità e legittimazione politica a Monti. In fondo, si sta per formare uno scenario divertente: da una parte Monti, e tutti attorno, come un sol uomo, stretti alla sua rigorosa e poco credibile serietà, dall’altra l’ilarità contagiosa di Grillo. Che spettacolo! Avvincente, per un’Italia che cade a pezzi. Tutta, non solo Pompei.

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