di Danilo Quinto
La più antica Congregazione della Curia Romana è la Congregazione per la Dottrina della Fede, istituita nel 1542 da papa Paolo III Farnese con il nome di “Sacra Congregazione della Romana e Universale Inquisizione” e con lo scopo di vigilare sulle questioni della fede e di difendere la Chiesa dalle
eresie. Dopo successive riforme e ampliamenti di competenze, il papa S. Pio X cambiò il nome del Dicastero in quello di “Sacra Congregazione del Sant’Uffizio”. Alla vigilia della conclusione del Concilio Vaticano II, papa Paolo VI ridefinì le competenze e la struttura della Congregazione e ne mutò il nome in quello attuale. Oggi, secondo l’articolo 48 della Costituzione apostolica sulla Curia Romana Pastor bonus, promulgata dal Giovanni Paolo II nel 1988, «compito proprio della Congregazione per la dottrina della fede è di promuovere e di tutelare la dottrina della fede e i costumi in tutto l’orbe cattolico: è pertanto di sua competenza tutto ciò che in qualunque modo tocca tale materia». Nelle materie che lo richiedono la Congregazione procede anche come Tribunale: “giudica i delitti contro la fede e i delitti più gravi commessi sia contro la morale sia nella celebrazione dei sacramenti” (art. 52). Successivamente, con il Motu Proprio Sacramentorum sanctitatis tutela del 30 aprile 2001, Giovanni Paolo II ha promulgato nuove norme procedurali riguardanti alcuni delitti gravi di competenza esclusiva della Congregazione. La Congregazione è attualmente costituita da 23 Membri, Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, provenienti da 17 diverse nazioni. Ne fanno parte 28 consultori.
Orbene, dal giugno scorso, Presidente della Congregazione è divenuto il Cardinale tedesco Müller. Il Prefetto, in testi da lui firmati negli anni scorsi: a) nega la verginità di Maria; b) nega la transustanziazione; c) si esprime a favore dell’ecclesiologia acattolica.
In particolare e tanto per ricapitolare:
a) Nel suo libro "Dogmatica cattolica: studio e pratica della teologia" (Freiburg 2003, V edizione), Müller nega il dogma della verginità di Maria. Per lui la verginità non ha a che fare con le "caratteristiche fisiologiche nel processo naturale della nascita di Gesù (come la non-apertura della cervice, l’incolumità dell’imene o l’assenza di doglie), ma con l’influsso salvifico e redentore della grazia di Cristo per la natura umana".
b) Nel 2002, Müller pubblica il libro "La Messa, fonte della vita cristiana" («Die Messe - Quelle des christlichen Lebens», St. Ulrich Verlag, Augsburg) in cui parla del Santissimo Sacramento. Sconsiglia però l’uso dei termini "corpo e sangue" per i doni eucaristici, termini che potrebbero secondo lui produrre dei "malintesi": "Corpo e sangue di Cristo non significano le parti fisiche dell’uomo Gesù durante la sua vita o nel suo corpo glorificato", il vescovo spiega: "Corpo e sangue significano qui piuttosto una presenza di Cristo nel segno mediato dal pane e del vino". La Santa Comunione esprime secondo Müller "la comunione con Gesù Cristo, mediante la consumazione di pane e vino." Egli paragona questo con una lettera che può significare un’amicizia fra due persone: "Presso il destinatario può, per così dire, rappresentare ed incarnare l’affetto del mittente". Müller spiega il pane ed il vino eucaristico come semplici "segni della presenza salvifica di Gesù”. Egli poi illustra così il concetto di "transustanziazione": "L’essenza del pane e del vino deve essere definita in un senso antropologico. Il carattere naturale di questi doni [pane e vino] come frutti della terra e del lavoro umano, come prodotti naturali e culturali, consiste nella designazione del cibo e del ristoro delle persone e della comunità umana nel segno del pasto comune [...]. L’essere naturale del pane e del vino è trasformato da Dio nel senso che questo essere ora dimostra e realizza la comunione salvifica".
c) Durante un discorso in onore del vescovo luterano Johannes Friedrich, l’11 ottobre 2011, Monsignor Müller dice così: "Il Battesimo è il carattere fondamentale che ci unisce sacramentalmente in Cristo davanti al mondo in una sola Chiesa visibile. Noi come cristiani, cattolici e protestanti, siamo dunque già uniti in ciò che chiamiamo la Chiesa visibile. In un senso stretto esistono dunque non tante Chiese, cioè, una accanto all’altra, ma esistono divisioni e spaccature all’interno di un unico popolo e di un’unica casa di Dio".
Negli scorsi mesi, in molti hanno chiesto al Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede di correggere le sue eresie. Questo non è avvenuto. Per i cattolici che vanno a Messa e nelle feste comandate, che credono nel dogma della Verginità di Maria, che credono di ricevere nell’Eucaristia il corpo (vero) e il sangue (vero) di Nostro Signore Gesù Cristo, che credono nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana, quella istituita e fondata da Gesù Cristo e solo in questa, rimane un mistero che a Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sia stato nominata una personalità come quella del Cardinale Müller. Le affermazioni richiamate, contenute nei suoi libri sono circostanziate, precise, puntuali e non rispondono alla dottrina cattolica. Questo è il punto, la questione che qui interessa.
Nel Vangelo di Luca si legge che Dio consente un male per un bene superiore. Affidiamo alla Vergine Maria la nostra preghiera, perché questo bene si manifesti presto.
1 commento:
beh, come ha fatto a uscire l'amico vostro allora? capisco che nell'ambiente non ve ne intendiate molto, ma come si fa a nascere senza rompere un già improbabile imene?
per non parlare degli altri due punti che sono per lo meno meno deliranti delle vostre risposte...
con affetto
Eugenio
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