di Danilo Quinto
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Se c’è un settore nel quale si misura la capacità di Governo di una Regione, è quello della sanità. Quello che accade in Puglia in merito, ha dell’incredibile. Non solo la sanità “mangia” quasi il 90% del bilancio regionale e provoca voragini di debiti, ma rende un servizio che in molti casi non esiste. Qualche giorno fa, la cronaca barese di Repubblica, ha riportato questi dati: all’Istituto Oncologico Giovanni Paolo II di Bari, una donna che vuole fare una mammografia, deve attendere dicembre 2013. Il secondo screening richiede tre anni e
quattro mesi. Per un'ecografia all'ex Ospedale Cotugno bisogna aspettare aprile del 2013. Per una tac o una risonanza, è necessario attendere febbraio 2013. Una visita cardiologica per pazienti oncologici richiede sette mesi di tempo e quindici per pazienti non oncologici. Novembre 2012 è il primo mese disponibile per fare una seduta di radioterapia con l'acceleratore lineare per un malato di tumore che deve effettuare in tempi rapidi la radioterapia.
Al Policlinico di Bari, la prima data utile per una mammografia è fra quattro mesi, a gennaio del 2013. Servono 180 giorni per un holter cardiaco, 220 giorni per una tac all'addome. Per un elettrocardiogramma e un ecocardiogramma, se ne parla alla prossima estate. A febbraio del prossimo anno c'è spazio per una risonanza al cervello. Per una mappatura dei nei bisogna aspettare maggio del 2013. Stessi tempi per una visita oculistica. Servono 530 giorni per una visita neuropsichiatrica infantile, 370 giorni per una visita cardiologica e 240 per una reumatologica.
Tutto questo, mentre il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, propaganda in ogni studio televisivo l’eccellenza pugliese, richiede diritti interi e non dimezzati per il suo proposito di unirsi in matrimonio e si candida a leader del centrosinistra. Se si deve guardare ai risultati del suo Governo, una bella prospettiva per il paese.
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