Bugie


di Danilo Quinto
“Il mio orizzonte finisce nell’aprile 2013”, dice il Presidente del Consiglio Mario Monti, a margine del workshop Ambrosetti a Cernobbio.
Una piccola bugia, funzionale a mandare nel panico i suoi attuali sostenitori politici, che non sono in grado di proporre un solo nome in alternativa al
Professore. Monti lo sa bene e alza il tiro. Mi volete? Intanto, incassate il mio no, poi vediamo. Volete che io sia il leader di uno schieramento? Formatelo il partito e io metterò la faccia. Ecco che Casini toglie il suo nome dal simbolo del suo partito, sostituendolo con “Italia”, si spreca in elogi a Monti e gli mostra chi lo sostiene: Emma Marcegaglia, la ex presidente di Confindustria, che Berlusconi a lungo ha corteggiato. Il partito per Monti è pronto. E’ cosa fatta. Sarà un mix di liberalismo e di cristianesimo, dice Ferdinando Adornato durante la convention dell’UDC: “entrambi – afferma – pongono al centro della loro azione la persona umana e sono gli unici a farlo”. Gesù Cristo era un liberale, ragazzi! Peccato che non ce ne fossimo accorti. Anche i divorziati, ora, non saranno più in peccato mortale.
Con la benedizione di Obama, della Merkel e naturalmente di Napolitano, il professore della Bocconi riempie così il vuoto della politica italiana, fa discorsi che si rivolgono alle nuove generazioni e incassa consensi bipartizan. Ci si prepara ad un Monti bis, quindi. Ad una coalizione di “unità nazionale”. C’è chi dice di dichiararlo prima del voto quest’intento, per correttezza nei confronti degli elettori. Altri, dicono di realizzarlo dopo, per mascherare accordi già presi. L’ipocrisia italiana ha raggiunto livelli mai visti. Tutto per pagare i debiti all’Europa delle banche e dei banchieri per i prossimi vent’anni.

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