di Danilo Quinto
Accade a Bari ed è la prima volta in Italia. Una donna si rivolge ad una struttura pubblica e chiede di diventare uomo. Aggiunge di voler far congelare le sue cellule (ovociti e un pezzo di ovaie) per il futuro, per non precludersi la possibilità di avere figli. Questa possibilità è prevista dalle linee guida della Transgender Europe (la rete europea di organizzazioni a tutela dei diritti dei transessuali) – redatte sulla base di un
documento di Thomas Hammarberg, Commissario del Consiglio d’Europa per i Diritti Umani, intitolato “I Diritti Umani e l’identità di genere” e definito una pietra miliare per i diritti dei transgender - nelle quali è previsto che lo psicoterapeuta, che segue nel suo percorso il transessuale, gli prospetti la possibilità di far prelevare e congelare le proprie cellule germinali (spermatozoi e ovuli) al fine di una futura gravidanza.
Il ginecologo che ha in cura la donna che vuole diventare uomo e contemporaneamente vuole preservare il suo diritto (!) alla maternità, dichiara di sperare che il Comitato etico, al quale sottoporrà la questione, lo autorizzi. Nel frattempo, afferma: "Tenendo ben presenti i paletti legati alla legge 40 che vieta la fecondazione eterologa, eliminando le questioni etiche e religiose, trovo che sia una cosa giustissima: se ammettiamo il transessualismo, dobbiamo dare loro la possibilità di riprodursi". Conservando i gameti, per poi trasferirli in un Paese dov’è consentita la fecondazione eterologa. Il ragionamento non fa una piega. Le questioni etiche e religiose – così le chiama il ginecologo – sono state messe da parte. Sarà poi il comitato – etico? – a dare il suo parere.
1 commento:
si, ho capito...
ma dov'è finito il vecchio DonCa'?
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