di Mauro Faverzani
Di sé ha fatto parlare il mondo. È stato attaccato o incensato. Eppure il Motu Proprio “Summorum Pontificum”, quello che ha “sdoganato” la S.Messa tridentina, sul sito ufficiale del Vaticano risulta pubblicato ancora nella sola edizione latina. Ed in quella ungherese. Non che il tempo di tradurlo sia mancato: il documento, ormai, è del 7 luglio 2007, ha
compiuto 5 anni esatti. Inoltre, le versioni in italiano non ufficiali impazzano sul web da quel dì. Pochi i testi trattati peggio: di Benedetto XVI solo il “Motu Proprio” sull'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, quello sull'Opera del Pane dei Poveri e quello sulla Lex propria del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, disponibili in una sola lingua. Ma non son certo argomenti “di massa”, a differenza del “Summorum Pontificum”. Per ciascun altro “Motu Proprio” del regnante Pontefice -e sono dieci!- si trovano traduzioni in più lingue, dalle quattro alle dieci, compresi arabo, polacco e indonesiano. I testi del Concilio Vaticano II sono disponibili anche in bielorusso, cinese e swahili. Quasi un monito per i fans del “Summorum Pontificum”: volete il latino? Tenetevelo e buona indigestione! “Preservandone” al contempo i “curiosi”, magari ancora non “iniziati” alla lingua -ad oggi- ufficiale della Chiesa Cattolica...
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