di Giovanni Zenone
Tutti sanno chi sia e che gusti invertiti abbia lo pseudo-filosofo Gianni Vattimo. Recensendo un libro di etica dice: "Non è vero che un'etica laica, senza assoluti e senza miti, non può fornire modelli educativi efficaci. ... La moralità è autonomia, capacità di non sottomettersi, amore di sé nel senso migliore del termine".
Analizziamo cosa significano queste parole che solleticano la sensualità moderna.
Vattimo afferma che possa esistere un'etica laica senza ancoraggio all'assoluto (cioè atea e miscredente, non
dimentichiamo infatti che - nonostante l'origine cattolica della parola che significava "cristiani non chierici né suore né frati) ormai la parola "laico" è una volgarità). L'etica sarebbe legata quindi al relativo, il che significa che non c'è etica perché se tutto è relativo nulla è stabile, nulla normativo. Basterebbe questo per aver distrutto l'etica. Quest'etica miscredente, per Vattimo, può offrire modelli educativi efficaci. Ma efficaci per che fine? Forse di poter approfittare sessualmente dei ragazzini cui è stata spenta la sensibilità contro l'immoralità - per esempio quella omosessuale. Forse efficace per rompere ogni barriera morale e psicologica al male di cui Vattimo è propugnatore filosofico.
Ma il peggio viene quando l'esimio sofista propone che cosa sia per lui l'etica: "Autonomia" (traduzione: superbia), "Capacità di non sottomettersi" (traduzione: disobbedienza), Amore di sé (traduzione: egoismo), l'aggiunta 'nel senso migliore del termine' non significa nulla ma richiama solo una vaga e indefinita positività che ciascuno riempie indebitamente con le proprie idee e sensibilità, quindi è cosa illecita e disonesta in un discorso filosofico.
Ecco in cosa consiste la gran etica proposta dal sofista Vattimo: nei vizi capitali, in primis il più grave, la superbia. Forse quando fa i suoi "comodi" si sente molto etico, perché sta mettendo in pratica la sua sodom-etica. Ma anche per lui e per i suoi sciagurati seguaci ed epigoni ci sarà la resa dei conti: il regno dei Cieli per loro è chiuso. Per sempre.
"Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti ... gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno" (Romani 1,22-28).
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