di Danilo Quinto
I radicali dell’Associazione Coscioni dichiarano che “l’obiezione di coscienza è un diritto – bontà loro! - che però non può diventare una pandemia che impedisce di fatto il servizio di IVG nelle modalità e nei tempi previsti dalle legge”; chiedono ai presidenti e agli assessori regionali alla salute di “operare affinché le strutture sanitarie bandiscano concorsi
riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG; creare un albo pubblico regionale dei medici obiettori di coscienza per consentire ai cittadini la piena cognizione delle scelte operate in tal senso del personale sanitario con cui interagiscono; promuovere l’utilizzo dei medici ‘gettonati’ per sopperire nell’immediato alle carenze dei medici non obiettori”; chiedono al Ministro della salute - che ha ribadito che la legge 194 “deve essere applicata in ogni sua parte” - di verificare che le Regioni evitino situazioni di illegalità; minacciano, anche: “se a breve – dicono - chi di competenza non ci risponderà e/o metterà in atto provvedimenti atti a garantire il diritto all’aborto, sancito per legge, non saranno escluse azioni giudiziarie nei confronti dei soggetti che, appunto, violano la legge”.
Non abbiate paura. Obiettate, medici, obiettate!
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