di Danilo Quinto
Alla vigilia del Gay Pride di Parigi, il Ministro francese della Famiglia annuncia che a partire dal 2013 le coppie omosessuali potranno sposarsi ed anche adottare bambini. Bersani, un paio di settimane fa, in un messaggio agli organizzatori del Gay Pride italiano, ha annunciato più o meno le stesse cose. Obama, in vista del voto di novembre, strizza l’occhio
all’elettorato gay e si fa loro paladino. Ieri, Gianfranco Fini ha spiegato che “la famiglia non si mette in discussione, ma senza timori e superando le resistenze interne al partito sarebbe opportuno regolare per legge le unioni tra due persone diverse dal matrimonio, quelle che il Censis chiama nuovi format familiari”. Tra queste, Fini colloca le unioni tra persone dello stesso sesso e aggiunge: "Se la società italiana di oggi è profondamente diversa rispetto a quella della Costituente - ha spiegato Fini - dobbiamo fare i conti con la realtà e interrogarci sulla ragione per la quale continuiamo a essere una delle poche democrazie occidentali che non ha un quadro giuridico per definire diritti e doveri di quelle unioni stabili tra due persone diverse dal matrimonio". Una risposta c’è: i legislatori italiani, fin qui, non hanno inteso raccattare voti negando i principi del diritto naturale. L’ammucchiata che faranno (Fini, Vendola, Di Pietro, Bersani, Casini, Rutelli e Bonino, oltre a cattolici all’acqua di rose e compiacenti), per tentare di vincere le elezioni, tra i suoi obiettivi ha proprio questo: la definitiva distruzione dell’istituto familiare.
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