Il filantropo

di Danilo Quinto
Nel 1992, sembra abbia rastrellato un miliardo di dollari attraverso le speculazioni finanziarie. Da allora, è conosciuto come “l’uomo che fece saltare la Banca d’Inghilterra”. Recentemente, si è preso un anno sabbatico e gira il mondo per diffondere le sue teorie: vanno dalla creazione di un Nuovo Ordine Mondiale – che in soldoni significa un unico governo mondiale dell’economia - alla necessità di un declino gestito del dollaro USA; dalla necessità di avere un’unica valuta
globale ai tre mesi che Angela Merkel avrebbe per salvare l’euro; dall’obiettivo d’inglobare effettivamente la Cina nei processi economici decisi dal Fondo Monetario Internazionale a quello di creare un’Europa politica. Sarebbe interessante fare un’inchiesta giornalistica per comprendere quali sono, in Italia, i ripetitori e gli animatori di queste teorie.
I suoi interessi politici, interni ed esterni agli Stati Uniti, sono molteplici. Li persegue attraverso l’Open Society Institute, presente in oltre 60 paesi, molti dei quali dell'est europeo. Lo affascinano, soprattutto, i paesi di democrazia fragile o quelli sottoposti a regimi, dov'è in gioco la libertà e dove forse è più semplice pilotare le buone riuscite delle rivoluzioni. Si racconta che spende circa 600 milioni di dollari l’anno solo nella promozione delle idee che vuole promuovere. Come quella sull’antiproibizionismo in materia di droga, ora condivisa – non a caso – dal ghota dell’economia mondiale. È considerata la settima persona più ricca d’America, con un patrimonio personale che sembra superi i 35 miliardi di dollari.
Il filantropo, nel 2004, scrisse un libro intitolato “La bolla della supremazia americana”. La postfazione fu di Marco Pannella, che da anni sostiene la necessità di un Governo Mondiale della Democrazia. Un nuovo ordine mondiale, insomma. Il leader radicale, di recente, ha parlato proprio di lui. Di George Soros, annunciando la sua iscrizione al Partito Radicale.

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