di Danilo Quinto
Dice Bersani in un messaggio ai promotori del gay pride 2012: “Inaccettabile che in Italia non si sia ancora introdotta una legge che faccia uscire dal far west le convivenze stabili tra omosessuali, conferendo loro dignità sociale e presidio giuridico”. Poi afferma che è intollerabile che questo Parlamento non sia riuscito a varare una legge contro
l'omofobia e la transfobia. Per concludere: "Sarà anche su questi temi, tra cui mi permetto di aggiungere il divorzio breve, l'introduzione del diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia e il testamento biologico, che nei mesi che verranno di qui alle prossime elezioni politiche, si giocherà la nostra capacità di parlare al Paese".
Capiamo così almeno tre cose. Primo, la cornice ideologica all’interno della quale si muove il PD, con buona pace dei parlamentari che al suo interno si dichiarano cattolici. Secondo, che al pari di quanto sta facendo Obama negli Stati Uniti, inseguire l’elettorato gay è ritenuto indispensabile per vincere le elezioni. Terzo - ed è questa la cosa più manifesta - la necessità di elezioni subito, per impedire la deriva egemonica che si sta realizzando, aiutata da chi, come ha dichiarato Monti, vuole cambiare il modo di vivere degli italiani. In che senso, lo stiamo vedendo.
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