La narrazione di Vendola


di Danilo Quinto
L’io narrante di Vendola ha commentato nei giorni scorsi la posizione espressa dal Papa sull’omosessualità. “Nella mia religione - ha detto Vendola - non è contemplato il dogma dell'infallibilità del papa. La chiesa nei suoi vertici ha bisogno di fare ancora un cammino per misurarsi con i diritti soggettivi, ma la chiesa diffusa è molto più avanti delle parole del papa, che mi addolorano molto”.
Non sappiamo che cosa significhi l’espressione “chiesa
diffusa”, né sappiamo, in base a quel che egli dice, quale sia la religione del narratore pugliese. Quel che sappiamo è quel che dice la parola di Dio sull’omosessualità. Lo spiega in un suo recente libro uno dei pochi Cardinali ancora dediti alla divulgazione teologica. In “Dodici digressioni di un italiano cardinale”, Giacomo Biffi scrive: “La parola di Dio, come la conosciamo in una pagina della lettera ai Romani dell’apostolo Paolo, ci offre un’interpretazione teologica del fenomeno della dilagante aberrazione culturale in questa materia: tale aberrazione - afferma il testo sacro - è al tempo stesso la prova e il risultato dell’esclusione di Dio dall’attenzione collettiva e dalla vita sociale, e della renitenza a dargli la gloria che gli spetta (1,21)”. E aggiunge: “San Paolo si premura di osservare che l’abiezione estrema si ha quando ‘gli autori di tali cose… non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa’” (Rm, 1,32). Che il narratore mediti, allora. E si salvi l’anima.

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