L’articolo di Laura Maragnani si trova su italia.panorama.it (clicca per accedere) ed è
“Antropologia di Marco Pannella”, articolo del 13 giugno 2012 by Laura Maragnani (clicca sopra per leggere).
Poi, alcuni giorni dopo, è stato ripreso su www.dagospia.com, in
“Marco Pannella che si presenta alle riunioni ‘mano nella mano con l’ultimo dei suoi fidanzati’ e poi lo impone ‘come futuro dirigente o futuro parlamentare…’”, pezzo del 20 giugno 2012 per DAGOSPIA (clicca sopra per leggere).
L’articolo della brava Laura Maragnani è asciutto, diretto, essenziale ed efficace come al solito.
Presenta, con puntuali pennellate, i fatti e i protagonisti di quello che si preannuncia come un intrigante caso editoriale.
Da una parte il vecchio leader carismatico dei Radicali,
dall’altra la classica figura del “Pentito”, del “Transfuga” convertito a nuova “fede”, che spara a zero sul suo ambiente di provenienza e su un uomo che ne è stato la guida indiscussa per decenni.
dall’altra la classica figura del “Pentito”, del “Transfuga” convertito a nuova “fede”, che spara a zero sul suo ambiente di provenienza e su un uomo che ne è stato la guida indiscussa per decenni.
Nell’analisi della Maragnani non c’è spazio per la faziosità o la deformazione mistificatoria.
Ci racconta di Danilo Quinto, ex tesoriere dei Radicali denunciato da costoro per l’appropriazione indebita di 230.000 euro (e condannato in proposito, in sede giudiziaria); e ci rende noto che lo stesso Quinto “ha fatto causa per 5 milioni di contributi mai pagati, tredicesime e ferie non retribuite, danni morali e materiali”.
La Maragnani ci parla del libro clamoroso di Danilo Quinto, Da servo di Pannella a figlio libero di Dio (allegando al suo articolo alcuni significativi estratti del libro, poi ripresi da DAGOSPIA), una pesante mazzata per il longevo patriarca dei diritti civili italiani e per il milieu che lo circonda, ma non manca di informarci che Danilo Quinto non scrive da un pulpito qualsiasi di “libero pensatore”.
Al contrario, veniamo a sapere che la Casa Editrice del libro è
“l’ultra cattolica Fede & Cultura, vicina a riviste di apologetica come Radici cristiane; quanto all’autore, Danilo Quinto, collabora con l’agenzia Fides e con L’Osservatore Romano, con Scienza e Vita e La Voce di don Camillo.”
Inoltre, la prefazione del libro è di Luigi Negri, vescovo di San Marino e molto vicino a Comunione e Liberazione.
In definitiva, la Maragnani dà notizia di una pubblicazione molto ostile al mondo radicale, ma nel contempo offre gli strumenti critici preliminari per contestualizzare da che tipo di fonte venga l’attacco letterario-mediatico.
Ed è proprio su questo aspetto che vorremmo concentrare il nostro breve commento.
Se si va a leggere l’Estratto dal libro di Danilo Quinto (in allegato all’articolo della Maragnani e dispiegato nel pezzo di Dagospia), saltano all’attenzione alcuni passaggi.
I Radicali, a partire da Pannella per arrivare alla Bonino, sono dipinti come dei viziosi machiavellici, per di più ambiziosi, cinici e manipolatori.
Il massimo testimonial di ciò sarebbe proprio Danilo Quinto, che racconta in modo corrosivo alcune presunte esperienze dirette, oggetto di una sua interpretazione e illustrazione postuma.
Ma c’è un altro galantuomo che viene menzionato come fonte probatoria: nientemeno che quel Gaetano Quagliariello disinvoltamente passato da posizioni laiche e liberali in casa radicale a posizioni confessionali e clericali in casa del PDL di ispirazione vatican-berlusconiana.
Insomma, da una parte i “poveri” Quinto e Quagliarello, un tempo “servi” del perfido e vizioso Pannella che ne voleva corrompere l’anima - e ora invece finalmente riscattati all’ombra delle sottane curiali e vescovili- ; dall’altro Pannella, Bonino e tutta la storia del Partito Radicale passata e presente.
Da che parte stare?
A ognuno i suoi gusti.
Ma il punto non è questo.
Con quale faccia di bronzo un ladro che si è appropriato indebitamente di soldi non suoi e che, abbandonando un Partito, ha anche abbandonato quei principi e valori laici in cui asseriva di credere a prescindere da qualsivoglia tessera (passando nel frattempo nelle file cielline e clericali), dovrebbe essere credibile nel momento in cui si cimenta a delegittimare un personaggio della statura di Marco Pannella?
Con quale credibilità raccogliere i pensamenti di un Quagliariello, anch’egli (come molti altri, da Marcello Pera a Giuliano Ferrara, etc.) passato da una cifra intellettuale sanamente laica ad un afrore insopportabile di cinismo baciapile e bacia pantofole cardinalizie?
Siamo certi che Pannella e i principali esponenti radicali che gli sono andati dietro in modo troppo acquiescente, in questi anni, abbiamo molto da riflettere su alcuni gravi errori politico-strategici e organizzativi commessi e reiterati pervicacemente.
Siamo altrettanto certi che l’impostazione radicale a rimorchio di alcune fisime neoliberiste (da non confondere con la sana e libera economia di mercato capitalista in quanto tale) come l’isteria sul Debito Pubblico, sia stato un errore prospettico gravissimo, proprio in relazione alle presente crisi italiana ed europea (e consigliamo a tutti e a ciascuno degli amici di Via di Torre Argentina di riconsiderare Keynes, facendo anche qualche approfondimento sulla MMT, Modern Money Theory).
Concediamo pure che vi sia stato una certa subalternità psicologica ed emotiva, un certo familismo cortigiano esasperato attorno al carismatico leader referendario.
Ma, come è stato anche detto dalle amiche e dagli amici di Democrazia Radical Popolare (www.democraziaradicalpopolare.it) nell’antica versione delle loro 10 Serie di Proposte per il Governo dell’Italia dal 2013 in poi, da Democrazia Radical Popolare al Nuovo Centro-Sinistra (da ricostruire sulle ceneri del Vecchio) (clicca sopra per leggere), se c’è oggi un cittadino italiano che meriterebbe di essere fatto Senatore a vita, quello è Marco Pannella.
Così come Emma Bonino sarebbe un’ottima Presidentessa della Repubblica.
In effetti, ci sfugge quale sia stato l’apporto in termini di ethos civile e beneficio per la collettività di personaggi piccoli, opportunisti e voltagabbana come Danilo Quinto e Gaetano Quagliariello, oppure di prelati conformisti e mediocri come Luigi Negri.
Non ci sfugge affatto, invece, né sfugge alla coscienza dei nostri concittadini più maturi, il valore inestimabile delle lotte esemplari (sia quelle vinte che quelle perse) fatte da gente come Marco Pannella, Emma Bonino e tutta la vecchia guardia radicale (senza trascurare alcuni giovani promettenti che sono attualmente in pista).
Dopo di che, abbiamo comunque a che fare con esseri umani, fallibili e passibili di debolezze, narcisismi ed egocentrismi di varia natura.
Ma non ci sembra che i contraddittori storici della Weltanschauung radical-pannellina, tra gerarchie vaticane e cortigiani/lobbisti di tali gerarchie disseminati nel palazzi del potere, siano esenti da tali difetti connaturati alla dimensione terrestre.
Perciò, con buona pace di quegli avvoltoi che tenteranno di strumentalizzare ad arte le Confessioni molto tardive e sospette di Danilo Quinto, il quale non ha vergogna né senso del ridicolo nell’auto-definirsi ex servo di Pannella e attuale “figlio libero di Dio” (se c’è un’Istituzione liberticida e autoritaria quella è la tradizionale organizzazione ecclesiale apostolico-romana, da non confondere con la Chiesa Cattolica intesa come comunità dei fedeli cristiani), supponiamo che questo pamphlet sia un clamoroso bidone, per di più scritto da un autore eterodiretto.
I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO
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