di Danilo Quinto
Il portavoce dell'Alto commissariato dell’Onu ai diritti dell'uomo, ha dichiarato ieri a Ginevra che la maggioranza delle vittime del massacro di Hula, in Siria, è stata giustiziata. “Crediamo - ha detto - che meno di 20 dei 108 assassinati siano attribuibili a tiri dell'artiglieria e dei carri armati. La gran parte delle altre
vittime è stata uccisa con esecuzioni sommarie in due diversi episodi. Sembra che intere famiglie siano state uccise nelle proprie case”.
La maggior parte dei giustiziati erano bambini. Il video diffuso dalla France Press li riprende ammucchiati, come bestie, uno accanto all’altro, con i corpi dilaniati dai proiettili, con il sangue raffermo. Gli incolpevoli sono loro, i bambini. Sempre. Sarebbe da diffondere, quel video, per comprendere quello che siamo diventati. Un branco. Pronti, per il potere e per il denaro, a calpestare principi, vite, dignità.
C’è chi sostiene che la comunità internazionale - provata dall’esperienza in Libia - nutra forti remore rispetto all’intervento in Siria. Si limita al ritiro degli ambasciatori, alle visite di cortesia ad un regime disperato che nell’ultimo anno ha organizzato la violenza contro la popolazione civile. In quel paese, il petrolio copre solo il fabbisogno interno. Nessuna guerra - sotto l’egida ipocrita dei diritti umani - può essere dichiarata. I bambini potranno continuare a morire. Nell’indifferenza.
1 commento:
ma non si capisce perché un regime, fosse anche dittatoriale, debba uccidere propri cittadini che se ne stanno dentro casa per poi lasciare i corpi alla mercé di telecamere internazionali.
Difficile credere che Assad uccida chi non lo contesta per poi farsi autogol davanti alle televisioni di tutto il mondo.
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