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Berlusconi e Ferdinando II di Borbone hanno qualcosa in comune? A giudizio di chi scrive sì.
Buon cattolico, buon marito e buon padre, Ferdinando II regna dal
1830 al 1859 ed è il primo a parlare, nel 1833, di una Lega degli stati
italiani in funzione antirivoluzionaria. Si trattava di prevenire nuovi
tentativi francesi (o inglesi) di invadere il Bel Paese con la scusa di
turno (a fine settecento si trattava della “libertà” importata dalle
baionette di Napoleone).
A giudizio di Eugenio Di Rienzo che ne parla ne Il Regno delle Due
Sicilie e le Potenze europee, Ferdinando perde il regno quando non
obbedisce alla volontà inglese di schierarsi a fianco delle potenze
illuminate dalla parte della liberale Isabella II all’epoca della prima
guerra carlista combattuta in Spagna fra cattolici e massoni. Colpa
imperdonabile. Che si aggiunge all’altra di aver mantenuto il proprio
stato fuori dalla guerra di Crimea, all’opposto del fido Cavour che
spedisce a combattere (e morire) quindicimila uomini, giusto per aver il
piacere di stare dalla parte di Francia ed Inghilterra (alleate
dell’Impero Ottomano!) contro la Russia.
La potenza liberale per eccellenza, l’Inghilterra, che in quegli
anni combatte la guerra dell’oppio contro la Cina, decide che è troppo.
Che al centro del Mediterraneo non ci può essere uno stato che sfugge al
suo controllo. E che tenta, addirittura, di “fare da sé”. E parte una
campagna stampa di pubblica delegittimazione del legalissimo governo
delle Due Sicilie per manifesta immoralità, crudeltà e oppressione del
proprio popolo.
Ecco cosa scrive in due privatissime lettere, subito rese
pubbliche, William Gladstone al conte Aberdeen nel 1851: “Il Governo
borbonico rappresenta l’incessante, deliberata, violazione di ogni
diritto. La negazione di Dio, la sovversione di ogni idea morale e
sociale eretta a sistema di governo”.
Menzogne, menzogne e ancora menzogne diffuse con proterva
improntitudine. Menzogne ripetute a gran voce al Congresso di Parigi del
1856. Menzogne che giustificano, in nome della morale e del buon
governo, una barbarica invasione coloniale affidata ai Savoia.
E Berlusconi? In nome della morale e della liberazione da un uomo
che è, alla lettera e ancora una volta, “la negazione di Dio, la
sovversione di ogni idea morale e sociale eretta a sistema di governo”,
le potenze europee con l’aggiunta del liberal Obama hanno spazzato via
la libertà degli italiani che si erano massicciamente espressi in suo
favore.
Ferdinando II, bravo re, voleva un buon regno che agisse
nell’interesse dei propri cittadini. Probabilmente anche Berlusconi
voleva (anche) la stessa cosa. Troppo ingombranti. Gli interessi
nazionali che vanno difesi sono solo quelli delle nazioni forti.
L’Italia non lo è.
Grazie ad una magistratura pagata da noi che ha pedinato notte e
giorno il presidente del Consiglio eletto da noi, grazie alle veline
internazionali ripetute a iosa da una stampa e una sinistra ancora una
volta antitaliane, Berlusconi è stato mandato a casa. Troppo
indipendente. Troppo vantaggiosi per l’Italia gli accordi con Putin e
Gheddafi.
Adesso c’è finalmente un governo amico. Di chi?
(Angela Pellicciari 31/1/2012)
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