In settimana, quando esce il libro-intervista del Papa, ne parleremo come merita. Oggi invece parliamo di imbecilli. Dalle associazioni gay a qualche cosiddetto tradizionalista, tutti a dire che il Papa ha cambiato la tradizionale dottrina cattolica sugli anticoncezionali. Titoli a nove colonne sulle prime pagine. Esultanza dell’ONU. Commentatori che ci spiegano come il Papa abbia ammesso che è meglio che le prostitute si proteggano con il preservativo da gravidanze indesiderate: e però, se si comincia con le prostitute, come non estendere il principio ad altre donne povere e non in grado di allevare figli, e poi via via a tutti?
Peccato, però, che – come spesso capita – i commentatori si siano lasciati andare a commentare sulla base di lanci d’agenzia, senza leggere la pagina integrale sul tema dell’intervista di Benedetto XVI, che pure fa parte delle anticipazioni trasmesse ai giornalisti. Il Papa, in tema di lotta all’AIDS, afferma che la «fissazione assoluta sul preservativo implica una banalizzazione della sessualità», e che «la lotta contro la banalizzazione della sessualità è anche parte della lotta per garantire che la sessualità sia considerata come un valore positivo». Nel paragrafo successivo – traducendo correttamente dall’originale tedesco – Benedetto XVI continua: «Ci può essere un fondamento nel caso di alcuni individui, come quando un prostituto usi il preservativo (wenn etwa ein Prostituierter ein Kondom verwendet), e questo può essere un primo passo nella direzione di una moralizzazione, una prima assunzione di responsabilità, sulla strada del recupero della consapevolezza che non tutto è consentito e che non si può fare ciò che si vuole. Ma non è davvero il modo di affrontare il male dell'infezione da HIV. Questo può basarsi solo su di una umanizzazione della sessualità».
Non so se il testo italiano che uscirà tradurrà correttamente «un prostituto», come da originale tedesco, o riporterà – come in alcune anticipazioni giornalistiche italiane - «una prostituta». «Prostituto», al maschile, è cattivo italiano ma è l’unica tradizione di «Prostituierter», e se si mette la parola al femminile l’intera frase del Papa non ha più senso. Infatti le prostitute donne ovviamente non «usano» il preservativo: al massimo lo fanno usare ai loro clienti. Il Papa ha in mente proprio la prostituzione maschile, dove spesso – come riporta la letteratura scientifica in materia – i clienti insistono perché i «prostituti» non usino il preservativo, e dove molti «prostituti» - clamoroso il caso di Haiti, a lungo un paradiso del turismo omosessuale – soffrono di AIDS e infettano centinaia di clienti, molti dei quali muoiono. Qualcuno potrebbe dire che «prostituto» si applica anche al gigolò eterosessuale che si accompagna a pagamento con donne: ma l’argomento sarebbe capzioso perché è tra i «prostituti» omosessuali che l’AIDS è notoriamente epidemico.
Stabilito dunque che le gravidanze non c’entrano, perché dalla prostituzione omosessuale è un po’ difficile che nascano bambini, il Papa non dice nulla di rivoluzionario. Un «prostituto» che ha un rapporto mercenario con un omosessuale – per la verità, chiunque abbia un rapporto sessuale con una persona dello stesso sesso – commette dal punto di vista cattolico un peccato mortale. Se però, consapevole di avere l’AIDS, infetta il suo cliente sapendo d’infettarlo, oltre al peccato mortale contro il sesto comandamento ne commette anche uno contro il quinto, perché si tratta di omicidio, almeno tentato. Commettere un peccato mortale o due non è la stessa cosa, e anche nei peccati mortali. c’è una gradazione. L’immoralità è un peccato grave, ma l’immoralità unita all’omicidio lo è di più.
Un «prostituto» omosessuale affetto da AIDS che infetta sistematicamente i suoi clienti è un peccatore insieme immorale e omicida. Se colto da scrupoli decide di fare quello che – a torto o a ragione (il problema dell’efficacia del preservativo nel rapporto omosessuale non è più morale ma scientifico) – gli sembra possa ridurre il rischio di commettere un omicidio non è improvvisamente diventato una brava persona, ma ha compiuto «un primo passo» - certo insufficiente e parzialissimo – verso la resipicenza. Di Barbablù (Gilles de Rais, 1404-1440) si dice che attirasse i bambini, avesse rapporti sessuali con loro e poi li uccidesse. Se a un certo punto avesse deciso di continuare a fare brutte cose con i bambini ma poi, anziché ucciderli, li avesse lasciati andare, questo «primo passo» non sarebbe stato assolutamente sufficiente a farlo diventare una persona morale. Ma possiamo dire che sarebbe stato assolutamente irrilevante? Certamente i genitori di quei bambini avrebbero preferito riaverli indietro vivi.
Dunque se un «prostituto» assassino a un certo punto, restando «prostituto», decide di non essere più assassino, questo «può essere un primo passo». «Ma – come dice il Papa - questo non è davvero il modo di affrontare il male dell'infezione da HIV». Bisognerebbe piuttosto smettere di fare i «prostituti», e di trovare clienti. Dove stanno la novità e lo scandalo se non nella malizia di qualche commentatore? Al proposito, vince il premio per il titolo più imbecille il primo lancio della Associated Press, versione in lingua inglese (poi per fortuna corretto, ma lo trovate ancora indicizzato su Yahoo con questo titolo): «Il Papa: la prostituzione maschile è ammissibile, purché si usi il preservativo».
Massimo Introvigne
7 commenti:
Grazie.
La sua interretazione delle parole del Papa riporta un pò d'ordine.
Strano che servano le parole di Introvigne per capire cosa volesse dire il Papa. Delle due l'una: o il Papa non riesce a spiegarsi o Introvigne ha l'alta e superiore capacità di poter chiarire quello che dice il successore di Pietro.
Ed allora bisognerebbe domandarsi perchè ascoltare il Papa se c'è direttamente lui, INTROVIGNE.
Sta facendo carriera!
Non è per niente strano che serva una chiarificazione di Introvigne, gentile anonimo, perchè è di palmare evidenza che la stampa, come sempre, ha mistificato del tutto le parole del Papa, fra l'altro - ma non solo - sulla base di una traduzione erronea (prostituta invece di prostituto). Il suo stolto sarcasmo si ritorce su di lei dimostrando la sua sudditanza prona all'imbecillità faziosa dei media.
Prof. Giovanni Zenone Ph.D.
Direttore
Fede & Cultura
Caro Prof. Giovanni Zenone Ph.D.la Vs rivista non fa parte dei media ?
Siete esenti da faziosità ?
Vi ritenete superiori in quanto spinti da un qualcosa di grande ?
Suvvia ,un po' di ironia e umiltà
Distinti saluti
Micio
P.s. Non ero io l'anonimo
Caro... Micio (preferirei rivolgermi ad una persona che si firmi con un nome di persona anche perchè, e questa ne è l'ennesima prova, non ho particolare predilezione per i gatti, ma tantè...) parlare di "ironia" su temi siffatti mi sembra alquanto fuori luogo...e tantomeno ricorrere al termine "umiltà", il cui significato, forse, le è non poco estraneo...
Condivido in pieno l'intervento del prof. Zenone e anche io ringrazio il dott. Introvigne per la puntuale chiarezza espositiva del suo articolo.
Cordiali saluti
Dott. Arnoldi Stefano
No, ero io, e l'ironia non fa parte del pianeta Zenone si vede.
Colgo l'occasione per chiedere:
Prof. de che e dove?
Ph.D. de che e dove?
Pensa di poter rispondere da solo o chiediamo a Introvigne?
Caro Stefano Arnoldi ( preferirei rivolgermi ad un nick in quanto non amante nè degli Stefano nè degli Arnoldi )mi fa piacere che lei sia d'accordo con in phd prof ecc Zenone , tra dottori ve la intendete .
Mi reputo una persona ironica ( e la prego di accettare questa mia come tale )non trovo niente di male a scherzare su OGNI cosa , purchè non si offenda nessuno .
L'umiltà so cosa sia , altrimenti dall'alto del mio scranno non perderei tempo a risponderle .
Dott. Arch. Renzo Pansa alias Micio
Posta un commento