Mario Palmaro e famiglia ricevono il Premio da G. Zenone e F. Trevisan |
Discorso del Prof. Roberto de Mattei in occasione della premiazione di Mario Palmaro con Premio Fede & Cultura 2013.
Premio a Mario Palmaro, Verona 26 maggio 2013
Cari amici, sono molto contento di essere portavoce di questa assemblea per conferire un meritatissimo premio a Mario Palmaro, per la sua attività a difesa della fede e della cultura. Ne sono felice perché io ho una grandissima ammirazione per Mario Palmaro e questa è per me un'eccellente occasione per manifestargliela a nome di tutti. E lo faccio tanto più volentieri in quanto, pur conoscendo da anni l'opera e la personalità di Mario Palmaro, lo conosco poco personalmente, viviamo lontani e non posso dire di essere legato a lui da un'amicizia umana, ma da un'amicizia molto più profonda, questo sì: un'amicizia culturale e spirituale che ha origini remote.
Alla fine degli anni Ottanta, Guido Vignelli, tornando dai viaggi di apostolato che conduceva nel Nord Italia, mi parlava con sorpresa e ammirazione di un giovane di Milano che egli
incontrava, diverso dagli altri, e molto vicino invece, per i misteriosi disegni della Provvidenza, al nostro modo di pensare e di sentire. Questo giovane era Mario Palmaro, oggi uno dei nostri migliori filosofi del diritto e io mi azzardo a dire il migliore bioeticista italiano.
incontrava, diverso dagli altri, e molto vicino invece, per i misteriosi disegni della Provvidenza, al nostro modo di pensare e di sentire. Questo giovane era Mario Palmaro, oggi uno dei nostri migliori filosofi del diritto e io mi azzardo a dire il migliore bioeticista italiano.
Mario Palmaro è docente presso la Facoltà di Bioetica nell’Università Pontificia Regina Apostolorum e di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Europea di Roma, dove è ricercatore di ruolo. E' autore di saggi ed articoli e relatore in numerosi convegni di argomento bioetico, filosofico giuridico e morale. E’ inoltre Segretario Generale della Fondazione Emit Feltrinelli di Milano e Presidente nazionale del Comitato Verità e Vita. Redattore del mensile di apologetica cattolica il Timone, collabora con il quotidiano "Il Foglio", ma ci onora anche della sua collaborazione su “Radici Cristiane” e su“Corrispondenza Romana". Insieme all'altro caro amico Alessandro Gnocchi, forma il duo Gnocchi-Palmaro, entrambi valentissimi apologeti cattolici, autori di molti libri, tra cui almeno due recenti vanno ricordati: La Bella Addormentata. Perché dopo il Vaticano la Chiesa è entrata in crisi. Perché si risveglierà (Vallecchi, 2011) e Ci salveranno le vecchie zie. Una certa idea della Tradizione, Fede & Cultura, Verona 2012
È sposato con Annamaria, dalla quale ha quattro figli, e io vorrei rivolgere nella persona di Anna Maria, un saluto a tutte le donne, mogli e madri, che sono dietro e a fianco dei nostri apologeti, con tanta generosità e spirito di sacrificio, ma spesso anche con tanta saggezza.
Il Comitato Verità e Vita, di cui Mario Palmaro è presidente, è una componente importante della Marcia per la Vita, e Mario ha pienamente ragione quando, riferendosi a questo evento scrive:
"La Marcia Nazionale è un fatto nuovo per la cultura pro-life italiana: dal 1978, in oltre trent’anni non sono mai state organizzate manifestazioni importanti, massicce e in grado di coinvolgere tutto l’associazionismo cattolico contro la legalizzazione dell’aborto e contro la 194. (...) La mancanza di una tradizione di piazza dei pro-life italiani ha diverse cause: c’è una oggettiva difficoltà nel mobilitare la gente, soprattutto l’associazionismo cattolico, su questo tema scomodo. C’è soprattutto la paura di scontrarsi con il mondo: chi critica una legge, automaticamente critica lo Stato, e questo genera il timore delle sue reazioni. C’è poi una diffusa confusione dottrinale anche all’interno dello stesso mondo pro-life e mondo cattolico, una carenza nella “ortodossia per la vita”.”.
Mario Palmaro non ha paura di scontrarsi con il mondo e se, come scrive, una parte del mondo pro-life, sembra essersi oggi stancata di denunciare pubblicamente le leggi ingiuste, Mario Palmaro non di questi. Così conclude la sua recente lettera a Carlo Casini:“ Andando a Roma per la Marcia ho potuto visitare la Galleria Borghese. Fra le molte cose meravigliose, ho ammirato da vicino “La Verità svelata dal Tempo”, opera scolpita da Gian Lorenzo Bernini. Vedere quella statua mi ha commosso: ho pensato che dovremmo eleggerla a simbolo del nostro Comitato Verità e Vita. Una piccola compagnia di gente che non si prefigge di cambiare il mondo a colpi di “male minore” e di compromessi, ma affermando qui e ora tutta la verità, pur sapendo che è messa in minoranza dall’opinione pubblica. Nella speranza che il tempo la vedrà trionfare. Il fatto interessante è che Bernini, quell’opera non ha mai potuto terminarla. Proprio come accade spesso a ciascuno di noi, quando ci accorgiamo che non avremo abbastanza tempo per adempiere al nostro compito, perché il termine di questa vita si avvicina a grandi passi. Altri, però, continueranno il lavoro iniziato. E non taceranno.”
In queste parole Mario Palmaro riassume la sua condizione di vita che è quella di un uomo che affronta ogni giorno la malattia e vede in faccia la morte e lo fa con coraggio e con tranquilla fermezza, perfino con umorismo, e in questo ci edifica e ci è di esempio. Ma soprattutto con queste parole Mario ci consegna una filosofia di vita, che è quella del Vangelo: la consapevolezza che la vita è breve, per ognuno di noi, drammaticamente breve, perché il tempo avanza inesorabile e inarrestabile. In questo breve tratto si gioca la nostra eternità e dunque nel tempo dobbiamo essere testimoni dell'eterno: testimoni di quella Verità assoluta e abbagliante che è la vera Vita, Gesù Cristo, Sapienza Incarnata, di fronte a cui ogni tentazione, ogni compromesso, ogni lusinga del mondo, rivela il suo nulla. Solo Dio è eterno, eternamente appagante ogni desiderio, ogni bisogno della nostra umanità creata. Testimoni dunque della Verità e della Vita, che significa testimoni dell'Eterno nel tempo che passa.
"Altri però - scrive Mario - continueranno il lavoro iniziato. E non taceranno". Testimoni dunque, ognuno di noi, di una Verità che è Tradizione, perché è eterna, ma nel tempo si trasmette, con la parola e con l'azione. Una Tradizione che è una catena di cui siamo solo le maglie, gli anelli. Gli anelli formano la catena. Nessuno è la catena, ma ognuno è indispensabile per formarla. Dio ci chiama ad essere maglie della catena della Tradizione. E noi vogliamo essere, come Mario, uomini della Tradizione, custodi di un passato che non muta e che non muore, sentinelle di un'alba che riflette l'eternità e di cui assaporiamo già la bellezza. Grazie, a nome di tutti, Mario Palmaro.
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